IL MARINAIO CHE HA PAURA DELL’ACQUA
Storia di una donna e di un kayak
Il marinaio che ha paura dell’acqua.
Non è una persona, è una categoria. Hai presente quelle persone che sanno un sacco di cose?
Quelle che mai e poi mai immagineresti che abbiano paura?
Una volta Alice incontra un professore, che dall'alto dei suoi anni di esperienza, dispensava al volgo concetti complicatissimi di filosofia, matematica, logica etica: lo ascoltavano tutti perché finalmente erano capaci di comprendere discorsi raffinati che avrebbero richiesto ore ed ore di studi per riuscire a capire cosa volevano dire due righe di un seminario di un famoso dissidente eretico.
Era un periodo in cui Alice era alla ricerca degli eretici dopo aver seguito fedelmente i precetti impartiti dalla cultura classica in cui era cresciuta a cui, inevitabilmente, non credeva più. Alice aveva subito le angherie degli speculatori che mettevano le ganasce a chi per capire dubita e fa domande irriverenti.
Alice non subiva più i silenzi e gli sguardi di supponenza. Insomma questo Peter Pan della cultura sembrava veramente una persona eccezionale verso cui stavano prendendo forma tutta una serie di desideri, amore per la conoscenza, per il sapere fuori dal capitalismo. Peccato che, si trattava di un'illusione ottica, come i preti fatti di carne ed ossa si macchiano del peccato, tutti coloro che si professano detentori di sapere ai cospetti di chi, secondo una probabilità teorica si trova nella posizione contingente dell’allievo, del suddito, dello schiavo, non ne sanno veramente come dicono di sapere. Insomma questo prof aveva il timore di non essere più nessuno e di questi concetti di cui s'impadroniva e donava ai poveri si faceva scudo per non farsi divorare dalla terribile angoscia di essere un terribile ignorante e di saperne meno dell’insegnante di aerobica dei costrutti di cui parlava.
Un marinaio che ha paura dell’acqua ha sempre i capelli asciutti, può anche bagnarsi fino al collo, ma più di galleggiare non fa. Un marinaio che ha paura dell’acqua non si lascia trasportare dalle onde, le vuole dominare. Alcuni marinai hanno incomprensibili fobie, molto spesso non sanno amare, si circondano di un mucchio di persone per dimostrare di essere animali sociali. Ma si sa che in mare il gruppo esiste fin quando non si mette male, poi siamo a fare i conti con noi stessi, challenge to choice è una sfida alla scelta giusta ed ognuno è responsabile per sé.
Anche se hai una guida marina che ti porta in un'escursione in kayak sei da solo, questo fa la differenza. In kayak sei tu con le tue forze e le tue paure in un mare dai risvolti imprevedibili con le onde, il sole, le nuvole, il vento, le rocce, la costa e quanto tempo riesci a resistere al massimo dello sforzo e della paura. Non è poca roba. Si capisce che una guida ha una responsabilità, ma fino ad un certo punto, e il clima psicologico è ulteriormente fondamentale.
L’atmosfera che si respira nel dispositivo gruppale riesce ad influenzare in maniera molto potente l’equilibrio psicofisico di tutti a volte molto di più dell’atmosfera terrestre in termini biologici. La paura è un’emozione che si diffonde velocemente come un lampo nell’acqua e raggiunge distanze strabilianti: per un marinaio il posto più sicuro dai fulmini è lontano dall'acqua. Siamo nei guai se siamo in mezzo al mare e all’orizzonte si scaricano in acqua dei fulmini.
Se ci viene il panico affoghiamo in una pozzanghera. Molti di noi muoiono nelle pozzanghere. C'era un impiegatuccio molto perbene che di vita, sentimenti, amore, palpitazioni, donne, proprio non ne voleva sapere ma aveva imparato ben presto a mascherare quel gran piacere di esser dominato in una gran pozzanghera di sottomissione e moralità perché sapeva anche che la sua dominus, la madre, non avrebbe mai accettato un figlio anormale.
L'impiegatuccio si è affogato nella sua pozzanghera di invani tentativi di costruire una vita dignitosa come la di madre sua professava.
Ma ci sono anche donne, non è che Alice prova a capire solo gli uomini, ma in effetti sì, anche loro hanno paura. In realtà Alice non la pensa proprio così, nel senso che era più interessata a capire come nasce la paura piuttosto che a stabilire chi e come si ha paura.
Nasce prima l'uovo o la gallina?
La paura è appresa, oppure Darwin ha fatto a tutti il corredino?
Ontogenesi, filogenesi, apprendimento sono tutti costitutivi dell’emozione della paura e poi ci sono anche fattori meno scientifici come la psicodinamica psicoanalitica e le influenze storico-socio-culturali. Gran casino se vai in mare da solo, e sei una donna sola.
Si raccontano le favole ai bambini sin da piccolissimi per tenerli lontani dagli estranei, per non farli allontanare di casa e tenerli al sicuro sotto la protezione delle ali materne. La prima volta che ti scotti si genera un riflesso appreso che prima di allora non esisteva, d'ora in poi scotta diventa un riflesso.
La parola scotta genera la paura di scottarsi e immediatamente pensiamo di sottrarci. Anche in amore è così, dopo la prima delusione il primo istinto, che istinto in realtà non è, è quello di ritirarsi.
È il piacere che ti tira fuori dal pantano. Quando trovi la chiave del tuo godimento e accetti la tua terribile imperfezione non vivi più imprigionato dalle tue stesse paure. Non fuggi, non eviti, non rimandi, non chiudi gli occhi, non ti nascondi, non ti trasformi, non ti ammali.
Ci si ammala anche, c’è tutto un filone di psicosomatica che descrive egregiamente la questione.
Ma qui stiamo parlando di mare.
Si ha paura di morire.
Le colonne d’Ercole.
Ferragosto tutti si organizzano stile capodanno, cenone, brindisi, fuochi qualcuno va pure a ballare o prende la direzione di vacanze da sogno. Insomma tutto deve essere perfettamente in linea con le summer positive vibes, sole mare, cibo, bella gente. Alice più sconcertata che mai dal marinaio che ha paura dell'acqua decide che domattina si parte. Tre sacche stagne: abbigliamento mare, abbigliamento terra e varie ed eventuali, amaca, borraccia e arma contundente.
Silenzio stampa per 24 ore, nessuno la deve bloccare, all’ultimo minuto un piccolo segnale a qualcuno lo si deve pur dare quando si esce in mare da soli. Comunicazione tecnica del piano ad una persona di fiducia e pure lì la reazione è stata:
“ ma da sola…” indispettita risponde “da sola che?” lui sapeva… a lui potevo dirlo e lui poteva restare in silenzio e seguì un “have a good trip".
Ora si, ora si può partire.
Prima di partire Alice aveva ascoltato mille racconti di “uomini di mare” tutti capitoli di un solo libro: “Gesta d’eroi” si quello che ti fanno studiare alle medie, dove ci sono le peripezie dei valorosi miti che affrontando mari in tempesta e mostri marini, a volte ritornano in mare, altre con la barca appoggio.
Qualcuno è risultato disperso per diverse ore alimentando la forza del mare fino a 7 e scompaginando la scala Beaufort nessuno tornava indietro a cercare, nessuno aveva possibilità di comunicare con nessuno. Un inferno, un terribile incubo che scoraggerebbe chiunque.
Molti non osano neanche immaginare di avventurarsi soli in quelle coste che dopo il capo si trasformano in mare aperto, venti e onde che ti schiantato su rocce irte senza possibilità di approdo, ti risucchiato negli anfratti o ti spingono in mare aperto sulle rotte delle navi.
Ore di navigazione prima di poter approdare, tempo incerto da dover gestire, roba da starci alla larga, roba da ascoltare sul bagnasciuga insomma.
Alice guarda il meteo, tutti i giorni, osserva il mare da lontano, il cielo, le nuvole, al mattino mentre va in ufficio a destra dal finestrino della sua auto vede l’alba, sorseggia il caffè col sole in fronte nella pausa pranzo mentre le vele si dispiegano, torna a casa poco prima del tramonto, guarda le stelle prima della nanna.
La cartina dice chiaramente che ci sono alcuni punti costieri da considerare, alcune distanze da stimare, certamente oltre al sole, al vento, al mare navi porti e motoscafi c’era la notte e c’era l’esser donna.
Nella scala della valutazione dei rischi una cosa la spaventava più di tutte.
Essere scoperta.
Articolo scritto da Maria Antonietta Cerrato
Maria Antonietta Cerrato è una kayaker emergente nata sulle rive della costiera amalfitana,.
Ama il mare, l'inconscio, la psicoanalisi di gruppo, e le trasformazioni.