I SOGNI
Sono i sogni, vi dico. Sono i sogni.
In tanti anni passati in mare ho conosciuto kayaker di ogni tipo.
Sono stato con i dannati delle traversate, per loro il mare era come una tempesta che gli urlava in faccia, traversate che ho fatto con kayaker che piangevano in mezzo alle onde troppo alte in un vento troppo forte che fischiava tra i denti, o che snocciolavano maledizioni mentre erano concentrati nello sforzo di non capovolgersi. Ma ricordo anche quelli che cantavano e fischiettavano (porta male, porta vento…) o fumavano tranquilli sospesi in un mare come l’olio.
Ho pagaiato con gli amanti delle gite lungo la costa, sul tappeto morbido del tramonto con il sole che scaldava gentilmente il viso.
Mi sono trovato con chi faceva i capricci perché l’approdo era troppo lontano, o con le locomotive inarrestabili che si faceva fatica a seguire.
Ho pagaiato con ingegneri che mi hanno spiegato come funziona il mondo e come si costruiscono le dighe.
Sono stato in mare con fotografi che hanno fissato i nostri volti nel tempo, e che mi hanno insegnato che i kayaker non si fotografano alla partenza, ma all’arrivo, quando i volti sono incrostati di sale e bruciati dal sole, quando si vedono le rughe sul volto o la barba è troppo lunga.
Ho conosciuto veri cuochi che con le poche provviste fresche e le scatolette disponibili hanno fatto miracoli con i fornelli da campeggio.
Ho pagaiato con amministratori delegati di multinazionali e con disoccupati in cerca di un lavoro, con quelli ossessionati dalla tecnica e dalla precisione o con quelli alla ricerca di una vita senza regole, e vi dirò che sono stato in kayak anche con veri clochard del mare.
Ho pagaiato con poliziotti, con finanzieri, con baristi, con psicologi, con piloti di elicotteri, con muratori, con professori, con medici, con avvocati, con atleti e con pigroni.
Sono stato in mare con ragazzi e con ottuagenari da non sottovalutare perché da giovani avevano servito come ufficiali nella Legione Straniera, gentilissimi e cordiali, ma con una volontà d’acciaio.
Sono stato in mare con chi parlava in Russo, in Inglese, in Francese, in Tedesco e in Olandese, per non scordare quello che parlava anche l’Esperanto…
Ho pagaiato con collerici e scorbutici, con quelli che sorridevano sempre e con cui era impossibile non andare d’accordo, sono stato con chi non voleva sentire ragioni e con quelli a cui andava bene qualsiasi cosa.
Con tutti loro ho pagaiato dentro il tempo spesso inesorabile e tiranno delle traversate, tappa dopo tappa.
Oppure ho vissuto fuori dal tempo, dove contavano solo il mare, il paesaggio, la tranquillità, l’amicizia, e l’unico pensiero era dove e cosa mangiare per cena.
Sono stato in luoghi incantevoli e deliziosi, e in altri dove sono stato grato di non trovarmi da solo in un ambiente così inospitale, feroce e crudele, consolato dal fatto di avere a fianco a me qualcuno che sopportava la stessa fatica, imprecando con me stesso per essermi cacciato in quell’inferno e rigirando nella mia testa quel vecchio adagio che dice che chi va in mare per suo diletto andrebbe all’inferno per divertimento.
Vedete, eravamo tutti profondamente diversi per vissuto e per aspirazioni, per carattere e per età, però in fondo amavamo le stesse cose, le stesse sensazioni.
E avevamo tutti quanti una cosa che ci legava profondamente e che ci faceva andare avanti sempre assieme: erano i sogni.
Sognavamo tutti una nuova avventura, una nuova sfida, un nuovo orizzonte da raggiungere e da scoprire. E come avrete capito questo orizzonte non si raggiungeva mai, e dalle avventure e dalle nuove sfide ne nascevano delle altre.
I sogni ci spingevano ad andare avanti assieme ancora una volta, e quella volta si facevano nuovi sogni a occhi aperti, sembra incredibile ma è così. E nel giro di pochi minuti questi si trasformavano in qualcosa di possibile da pianificare e da fare. E se questo sembrava troppo difficile o impossibile si trovava comunque qualche soluzione.
Sono i sogni che fanno andare avanti i kayaker. E quando qualcuno mi chiede perché andavo per mare in kayak so bene cosa rispondere.
Articolo scritto da: Sergio Cadoni
Sergio Cadoni è uno dei fondatori di associazioni italiane di kayak da mare.
Amante delle traversate e della navigazione, ha visitato quasi tutte le isole italiane partendo dalla terraferma.